Frame maglia calcio
Il boom economico degli anni 60 vede entrare in scena grandi brand come Adidas e Puma, i completi da calcio diventano più tecnici, sulle maglie compare il logo del fornitore, creando spesso non pochi problemi; negli anni 70 i completi da calcio sono le uniformi ufficiali della squadra, l’elemento fondamentale per seguire le sorti della partita, un elemento di riconoscimento non solo per i giocatori, ma anche per i tifosi che ora possono acquistare e regalare completi da calcio personalizzati con i colori della squadra e il numero del campione del cuore. Si ricorda una amichevole Cosenza-Inter del 22 dicembre 1954 terminata con la vittoria dei milanesi per 2 a 1. Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. L’esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1986-1987, determinò l’arrivo a Cosenza di Gianni Di Marzio, che legò il proprio nome alla storia del club silano. La particolarità più interessante è il pattern tono su tono sulla maglia: non è la prima volta che lo vediamo, visto che proprio Nocta aveva lanciato lo scorso anno una maglia da calcio – proprio così: la curiosità per il soccer aveva già contagiato Drake – con la stessa fantasia.
La squadra così ridisegnata da Vignolini si attestò stabilmente nei quartieri alti della classifica, venendo promossa per la prima volta in Serie B grazie al secondo posto dietro il Leone Palermo. In quella particolare fase storica è il dirigente Carlo Leonetti che riesce a convincere l’italo-argentino Attilio Demaria (ex campione del mondo nel 1934 con la nazionale italiana allenata da Vittorio Pozzo) ad accettare il ruolo di allenatore-giocatore della formazione silana, maglia psg nera impegnata per la prima volta nel campionato cadetto. Nel secondo campionato di Serie B, nel 1947-1948, la società provvide a confermare in blocco sia l’allenatore (Demaria) sia i giocatori della prima stagione (con l’eccezione del portiere Caruso, sostituito da Mari), combinandoli con nuovi innesti, ma la squadra, malgrado il decimo posto, non si assicurò la permanenza nella serie cadetta (garantita invece alle prime sette squadre in classifica, stante la riforma del campionato). Il suo ingaggio di fatto rappresentò il vero «colpo» del Cosenza neo-promosso in serie B. Sotto le direttive di Demaria venne allestita una squadra valida e competitiva per il traguardo della salvezza, in cui erano solo quattro i reduci dell’annata precedente, ma nel girone d’andata la compagine calabrese incontrò varie difficoltà, per poi risollevarsi nel girone di ritorno e conseguire il traguardo prefissato, in virtù dell’undicesimo posto in graduatoria.
1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblù per alcuni decenni non riuscì più a riemergere. La squadra silana, guidata inizialmente da Giovanni Di Marzio viena affidata dopo 8 giornate a Edoardo Reja, che ottiene la salvezza dopo lo spareggio di Pescara con la Salernitana, deciso da un gol di Marulla nel primo tempo supplementare, grazie al sostegno dei 7.000 sostenitori cosentini al seguito. Nel 1948-1949 il Cosenza di Guido Corbelli e poi dell’ungherese Kutic, che schierava Lino Begnini (con trascorsi in Serie A), si classificò al quinto posto, mentre l’anno dopo, sotto la guida di Vittorio Mosele, la squadra registrò dodici partite utili e si aggiudicò il titolo di campione d’inverno della Serie C girone D, per poi chiudere al primo posto a pari punti con il Messina. Tuttavia, dopo perduranti ricerche e petizioni dei giornalisti e delle autorità spezzine, il 22 gennaio 2002 la Federazione ha parzialmente accolto le istanze dello Spezia Calcio, assegnandogli un titolo sportivo onorifico (ufficiale, ma non equiparabile allo «scudetto») per la vittoria del campionato 1943-1944, con una menzione particolare allo spirito di sportività con cui gli atleti bianconeri affrontarono le difficoltà di un periodo storico in cui l’Italia era lacerata dalla guerra civile.
Nella stagione 1957-1958 il Cosenza, guidata dal bomber Mario Uxa (capocannoniere del campionato per 5 stagioni consecutive), ottenne la vittoria del girone dell’Interregionale Prima Categoria e conquistò il titolo di campione d’Italia di categoria, maglia vintage juventus ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nello spareggio disputato a Salerno il risultato, dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Al termine dell’incontro il portiere rossoblù Gisberti denunciò anche un tentativo di corruzione attuato dal presidente del Messina. Cosenza fu messa in liquidazione e al suo posto prese vita il Cosenza Calcio 1914 S.p.A. con presidente Vincenzo Morelli. Il giudice Borsellino si occupò quindi delle indagini sull’omicidio del capitano Basile, che durarono circa un anno e si conclusero con il rinvio a giudizio dei tre mafiosi Vincenzo Puccio, Armando Bonanno e Giuseppe Madonia come esecutori materiali; nonostante le prove schiaccianti che li incastravano, il giudice che li doveva processare rinviò tutti gli atti indietro a Borsellino, disponendo una nuova perizia che mancava, e nel nuovo processo che si aprì i tre furono assolti per insufficienza di prove per poi darsi alla latitanza. Nel campionato 1991-1992, confermata l’ossatura della squadra, il Cosenza alla 35ª giornata raggiunge l’Udinese che si trova in quarta posizione, quella che garantirebbe la promozione in serie A. Alla penultima giornata si trovano entrambe a 42 punti.