Maglie real madrid nera strisce gialle
In questo articolo su Undici di settimana giorno fa, Claudio Savelli ha scritto che «le qualità tecniche e tattiche di Candreva sono coerenti con il ruolo di esterno offensivo classico – corsa, resistenza, postura, coordinazione nei gesti tecnici – ma non con il ruolo di esterno offensivo oggi, nel calcio contemporaneo». In occasione delle celebrazioni per il centenario dal primo scudetto, il 6 maggio 2001 i giocatori sono scesi in campo contro il Perugia con una maglia a strisce rosse e nere più sottili. La questione è complessa e riguarda la dicotomia tra ciò che Hamsik rappresenta per Napoli e ciò che può ancora dare al Napoli: da un lato c’è la narrazione dell’ultima delle bandiere che non può essere messa in discussione, dall’altra la realtà del campo che racconta di un elemento vittima di un pauroso downgrade dal punto di vista fisico che gli ha impedito di tenere un ritmo alto per più di un certo minutaggio in ogni partita e con le continue sostituzioni di Sarri studiate proprio per preservarlo sul medio-lungo periodo.
Proprio il tecnico, in ragione dei problemi fisici di De Rossi e Gonalons, ha cucito su misura per l’olandese un ruolo di centrocampista centrale che coniugasse le sue indubbie doti di lottatore con una regia lucida e più verticale. Le operazioni di mercato vedono l’arrivo della punta Icardi dall’Inter, dei centrocampisti Gueye e Herrera (rispettivamente da Everton e Manchester Utd), dell’esterno Sarabia dal Siviglia, del centrale difensivo Abdou Diallo dal Borussia Dortmund e dei portieri Keylor Navas e Sergio Rico, provenienti da Real Madrid e Siviglia. Kathellen Sousa, cuarto fichaje del Real Madrid | Real Madrid CF, su Real Madrid C.F. Il fatto che Allegri, in occasione dell’andata dei quarti di Champions con il Real Madrid, coincisa con l’assenza per squalifica del bosniaco, gli abbia preferito Bentancur spiega come il giocatore sia ormai ai margini del progetto tecnico. Soddisfatto il presidente blaugrana Josep Maria Bartomeu: «avevamo provato a prenderlo la scorsa estate, è stato paziente e questo è stato un fattore determinante per il suo arrivo. Non è stato facile portarlo qui ma lui voleva il Barcellona e oggi fa parte del nuovo progetto di Valverde». Philippe Coutinho è al settimo cielo per essere approdato in blaugrana. Per Coutinho è «un onore firmare per il Barcellona» e quando gli chiedono della cifra sborsata dai blaugrana fa spallucce: «è una cosa che riguarda i due club, il mio obiettivo era venire qui, divertirmi e vincere».
E allora come si fa a non pensare che gli occhi (e il portafoglio) di queste società non siano puntati sul più bravo che c’è, ovvero Alisson? C’è bisogna, insomma, che la Roma gli vada incontro il più possibile, garantendogli comunque un ingaggio da top player, ma senza inserire la tagliola di una clausola rescissoria che in questo senso potrebbe rivelarsi un autogol considerando che Alisson sembra destinato a un Mondiale da assoluto protagonista con conseguente lievitazione del costo del suo cartellino. Ma nel terzo quarto gli ospiti prendono coraggio e noi ci sfilacciamo, perdendo tutte le nostre (poche) certezze con il passare dei minuti. In fondo al di là dei numeri, delle statistiche, di un gol che manca da oltre un anno, le difficoltà dell’ex laziale in questa stagione si spiegano proprio nella sua scarsa adattabilità a un’idea di calcio associativa e moderna come quella che Luciano Spalletti ha da subito pensato per la sua Inter.
In effetti i 16 gol in 15 partite di campionato consacrano Icardi come un attaccante di spessore internazionale e l’occhio attento del patron delle merengues, Florentino Pérez, si è posato proprio sul ragazzo argentino come rinforzo da regalare al tecnico Zidane, in modo da offrirgli un vero nueve in grado di raccogliere l’eredità di un Benzema apparso spento nell’ultimo periodo. In più il ragazzo arrivato da Porto Alegre, ha nel suo dna la correttezza, è una persona per bene, è grato alla società giallorossa per la fiducia e l’opportunità che gli ha concesso e la conseguenza di questo è che non ha nessuna intenzione di tradire il club che gli ha garantito la vetrina del calcio europeo e la certezza di un conto in banca oggi e domani di quelli che mettono a posto una famiglia per numerose generazioni. Si può inserire il centrocampista slovacco tra le delusioni dell’anno, tanto più nella stagione che gli ha visto battere lo storico record di reti in maglia azzurra di Diego Armando Maradona e infrangere il muro delle 100 reti in Serie A? Nella prima parte di campionato, Cyril Théréau si era confermato come uno dei giocatori più affidabili della Serie A anche con la maglia della Fiorentina.